Il pensiero di Gianni…

il pensiero di Gianni Berengo Gardin

(se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato)

 

“Il digitale, come tutte le rivoluzioni, ha avuto effetti positivi ed altri negativi. Nella fotografia per me ha fatto soltanto del male. La gente fotografa tutto e male, non riguarda le foto, non le stampa. Tutto diventa un gioco scemo, mentre per me la fotografia è un lavoro serio, è la mia vita. Del resto il mestiere del fotografo non esiste più: il telefonino ha sostituito la macchina fotografica. Che tristezza…”.

“L’accelerazione della vita che il digitale ti impone, soffoca e limita la tua libertà. Se pensiamo a tutta la gente che ha perso il lavoro per colpa della tecnologia anche in altri campi… E comunque la qualità della pellicola per me è inarrivabile”.

“Eh sì. Sempre bianco e nero, sempre Leica e soprattutto sempre pellicola, niente digitale. La Leica non è una macchina, è “la” macchina, che tutti più o meno hanno copiato. È l’archetipo, ha ancora oggi degli obiettivi eccezionali. Solo per i paesaggi ho usato alcune volte Nikon e Hasselblad, ma sono state eccezioni”.

Da un’intervista di Fabio Zamboni (Grazie!) a Gianni Berengo Gardin su Alto Adige, 23 settembre 2014

Grande Gianni!

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