Quattro 50mm Nikkor -antichi e moderni- alla prova a breve distanza.

Dopo le prove mettendo a fuoco ad infinito, ho deciso di concludere mettendo a confronto quattro obiettivi Nikkor con schemi ottici diversi, ognuno dei quali da me ritenuto -sulla base dei test- la migliore interpretazione di un certo progetto. Andiamo con ordine: il primo è di nuovo il Nikkor-S 1:2 f=5cm, nella versione a nove lamelle. Poi, per secondo, quell’esemplare di Nikkor-H 50mm 1:2, che tanto si è ben comportato nei precedenti test. Terzo contendente L’AF 50mm 1:1.8D (che benché cinese, ha battuto l’AF giapponese). Quartultimo il chiacchierato AF-S 50mm 1:1.8G, l’ultimo nato della dinastia. Eccoli:

aaaa

schema-S

Nikkor-S 1:2 f=5cm

schema-H

Nikkor-H 1:2 f=50mm

Schema-AFD

AF Nikkor 50mm 1:1.8D

schema-AFS

AF-S Nikkor 50mm 1:1.8G

Veniamo alle prove a distanza relativamente breve. Ho allestito una specie di teatrino con vari oggetti che potessero dare un idea della resa generale, comprese delle vere e proprie mire ottiche. La luce è volutamente mista: sia quella della finestra alla sinistra (cielo nuvoloso ‘chiaro’ pomeridiano posto a est, intorno ai 5000K) della scena, sia quella (più debole) proveniente da lampadine fluorescenti a tono caldo (circa 3000K). L’esposizione delle foto a tutta apertura è improntata ad una marcata sottoesposizione volta ad accentuare le differenze cromatiche. Quella degli scatti a f/8 pur essendo anch’essa ‘scura’, è tuttavia più normale.

Ecco le foto:

Nikkor-S-

S f/2

NIkkor-H

H f/2

Nikkor-AFD-

AF-D f/2

Nikkor-AFS

AF-S f/2

Ora qualche particolare:

esse-8

S f/2 Crop-1

acca-8

H f/2 Crop-1

afd-8

AF-D f/2 Crop-1

afs-8

AF-S f/2 Crop-1

Questo particolare ingrandito è molto interessante. E’ qui -sulla scritta LENS- che ho messo a fuoco i due manual focus (molto accuratamente con ‘live view’, ingrandendo: con successiva ‘conferma’), ed è sempre lì che era fissato il punto di messa fuoco degli AF (in autofocus, naturalmente). Le immagini sembrano infatti tutte a fuoco, con giusto una piccola incertezza per il Nikkor-H. La procedura da me usata è -lo so- assai poco ortodossa: una forzata ‘interpolazione’  su un piccolissimo particolare di un soggetto che sembra fatto apposta (in effetti lo è!) per dare fastidio al sensore. Se visualizzata su un monitor 23 pollici, tutta alla stessa scala del particolare, la foto sarebbe larga otto metri! Detto questo, è pur vero che lo strapazzo (Jpeg interpolato su Jpeg: ripeto, lo so che non si dovrebbe fare) è stato subito -identico- da tutti e quattro gli obiettivi. Guardate attentamente le immagini qui sopra: cosa notate? Su un soggetto bidimensionale monocromatico – giacente per altro sul ‘piano di fuoco’- posto al centro e costituito da linee -più o meno sottili- nere su fondo bianco, compaiono degli ‘strani’ colori a contornare le linee, oppure ad invadere il ‘campo’ tra quelle. Noterete inoltre come questi ‘artefatti’ cromatici siano crescenti in funzione inversa all’età degli obiettivi. In altri termini: più l’obiettivo è vecchio meno presenta il problema. Non stupisce, dunque, constatare che il più ‘neutro’ sia probabilmente il Nikkor-S mentre il più ‘colorato’ sia l’AF-S. Un’altra osservazione: è chiaro come esista una correlazione tra questa colorazione e il ‘microcontrasto’ dell’obiettivo. Si consideri (per quelli di voi interessati ai problemi tecnici), per capire meglio di cosa sto parlando, che la linea nera che forma i caratteri della scritta e ‘spessa’ nella realtà circa 0,3 mm, ed è ripresa ad una distanza di circa 1,5-2 metri (ebbene sì, mi sono scordato di misurarla!), ovvero 30-40 volte la focale: una proiezione sul sensore della Nikon Df di circa 7,5-11,25 µm, laddove la dimensione del  singolo ‘pitch’ (della Df) è di 7,2 µm! Siamo al limite dunque delle possibilità di registrazione del sensore, anche ammettendo una proiezione ‘perfetta’ da parte dell’obiettivo, non parliamo poi della ‘compressione’ Jpeg e della successiva interpolazione! Come spiegare -dopo questa digressione- lo strano fenomeno? Dico subito che non lo so con certezza, anche se tra poco farò un ipotesi, mentre quello di cui sono sicuro invece è che alla mancanza di microcontrasto dei due manual focus è facile rimediare in un’immagine digitale (anche in modo molto ‘fine’), viceversa agli strani colori fantasma non c’è alcun rimedio. Sì, avete capito bene: sto paradossalmente ribaltando uno dei pregiudizi più diffusi, secondo il quale i vecchi obiettivi non andrebbero bene sul digitale proprio per via della loro maggiore ‘aberrazione cromatica’. A vedere questo mio strampalato test, verrebbe da pensare esattamente il contrario! Infatti, e vengo alla mia spiegazione, se questi risultati fossero tratti da una pellicola non ci sarebbero dubbi: gli AF-S e Af-D sono afflitti da una pesante aberrazione cromatica longitudinale (compensata però da un maggior contrasto -sia micro che macro- che permetterebbe una resa generale più brillante con le diapositive). Ma allora il nuovissimo AF-S cosa ce l’ha a fare la lente in più, persino asferica? Andiamo avanti, guardando la stessa scritta ad una scala più normale.

esse-2

S f/2 Crop-2

acca-2

H f/2 Crop-2

afd-2

AF-D f/2 Crop-2

afs-2

AF-S f/2 Crop-2

Ora proseguiamo guardando cosa succede alla stessa ‘mira’ quando è fuori fuoco. Tenendo sempre presente la mia sconsiderata interpolazione ci può dare una misura della resa dello sfocato, ovvero del famoso BOKEH!

esse-3

S f/2 Crop-3

acca-3

H f/2 Crop-3

afd-3

AF-D f/2 Crop-3

afs-3

AF-S f/2 Crop-3

Ora due Crop per valutare la sfocatura meno pronunciata. Il primo, soggetto la lattina Campbell,  è dietro il piano di fuoco. Nel secondo Crop abbiamo soggetti quasi sul piano di fuoco come le coste dei libri e il gomitolo, un soggetto ‘front’ come l’obiettivo Elmaron, e ancora la scatola di legno come ‘back’.

esse-1

S f/2 Crop-4

acca-1

H f/2 Crop-4

afd 1

AF-D f/2 Crop-4

afs-1

AF-S f/2 Crop-4

esse-5

S f/2 Crop-5

acca-5

H f/2 Crop-5

afd-5

AF-D Crop-5

afs-5

AF-S f/2 Crop-5

Ora vediamo cosa succede a f/8. ricordo che le lamelle degli obiettivi sono: S nove, H sei, AF-D sette, AF-S sette. Nessun obiettivo,inoltre, ha le lamelle del diaframma ‘arrotondate’. :

ESSE

S f/8

ACCA

H f/8

AFD

AF-D f/8

AFS

AF-S f/8

Vediamo qualche dettaglio:

ESSE-4

S f/8 Crop-6

ACCA-4

H f/8 Crop-6

AFD-4

AF-D f/8 Crop-6

AFS-4

AF-S f/8 Crop-6

ESSE-1

S f/8 Crop-7

ACCA-1

H f/8 Crop-7

AFD-1

AF-D f/8 Crop-7

AFS-1

AF-S f/8 Crop-7

ESSE-5jpg

S f/8 Crop-8

ACCA-5

H f/8 Crop-8

AFD-5

AF-D f/8 Crop-8

AFS-5

AF-S f/8 Crop-8

ESSE-3

S f/8 Crop-9

ACCA-3

H f/8 Crop-9

AFD-3

AF-D f/8 Crop-9

AFS-3

AF-S f/8 Crop-9

Siamo arrivati finalmente a dover trarre delle conclusioni -almeno provvisorie- da tutti questi test sui 50 Nikkor di seconda fascia, cioè gli obiettivi standard più diffusi tra i Nikonisti, quelli con luminosità compresa tra f/2 e f/1.8. Ho provato una ventina di obiettivi, dal primo Nikkor-S 1:2 f=5cm del 1959 all’ultimo Nikkor AF-S 50mm 1.1.8G. Le prove hanno incluso degli scatti all’infinito a vari diaframmi per selezionare il miglior esemplare di ogni schema, arrivando ad un confronto finale tra quattro obiettivi, cioè quello che state leggendo, a distanza più ravvicinata. Gli schemi principali sono quattro, li potete vedere sopra. In realtà i 50/1.8 prima del G sono divisi in due varianti di schema, che però non hanno dato luogo a differenze di resa tali da giustificare l’allargamento a cinque della rosa degli ultimi contendenti. Molto di più ha influito l’avvicendarsi probabile di diverse forniture di vetro (ma su questo sarà meglio chiedere a Marco Cavina) o il cambiamento di trattamento antiriflesso. Mi spiego: all’interno dello stesso progetto -ad esempio il Nikkor-H, nelle sue varie declinazioni- ho riscontrato maggiori differenze tra i vari esemplari, di quanto non abbia potuto notare talvolta tra obiettivi con schemi diversi. Soprattutto per quanto riguarda la resa cromatica e l’effettiva ‘trasmissione di luce’, ovvero il valore T in relazione all’apertura f/ impostata. Ad esempio un Nikkor 50/2 ‘K’ è risultato più simile ad un 50/1.8 prima serie (quello Ai di corredo alla Nikon FM), di quanto non lo sia stato ad un Nikkor-H prima serie, che pure dovrebbe avere lo stesso schema. Così come il Nikkor-H seconda serie che ha dato i migliori risultati -salvo la resa cromatica- ha  mostrato una forte analogia di resa cromatica (non eccelsa) con un AF 50/1.8 seconda serie (Japan), quest’ultimo si è a sua volta molto discostato da un AF-D 50/1.8 (China) che invece sarebbe in teoria una variante dello stesso obiettivo. Qui mi fermo, altrimenti se dovessi dar conto dei vari confronti ‘bilaterali’ tra 20 obiettivi diversi (190 combinazioni!) non la finiremmo più. Allora, dopo tutti questi confronti, che dire? Intanto una cosa semplice: tutti gli obiettivi Nikkor da me provati sono ottimi, all’altezza delle aspettative. Certo, non sono tutti uguali. Tuttavia, mi sarei aspettato differenze più marcate. Detto questo, non posso tacere il mio stupore del vedere che non c’è stato un gran progresso nell’ultimo mezzo secolo -e passa- nella progettazione ottica, anzi. Per quanto riguarda la costruzione meccanica invece c’è stato un regresso evidente,  sul quale non credo che sia il caso di soffermarsi più di tanto. Veniamo al commento dei risultati. In quest’ultimo test il Nikkor-S (con nove lamelle) si è preso una bella rivincita. Si guardi il Crop-2 (più ancora il Crop-1, che però è una indubbia ‘forzatura’), sulla mira ottica è l’obiettivo con la resa cromatica più neutra e che da luogo al minor numero di artefatti cromatici, il peggiore sotto questo aspetto è sorprendentemente l’AF-S: non solo le scritte sono circondate da un alone magenta (dominante riscontrabile per la verità su tutto il campo), ma il ‘campo’ tra quelle, che nella realtà è bianchissimo, è popolato da zone verdastre tutt’altro che piacevoli. Non è finita. Osservate attentamente il Crop-8, la classifica è S,H, AF-D e ultimo l’AF-S! Il confronto è imbarazzante non solo per la mancanza di dettaglio dell’AF-S, ma anche per un eccesso di saturazione che trasforma il rosa quasi ‘tranquillo’ della copertina in un improbabile e isterico colore ‘fluo’. Si potrebbe pensare che -lasciando da parte il colore, per il momento- questo minor dettaglio possa determinare un miglior BOKEH. Macché! A guardare i vari Crop (sia a f/2 che a f/8) degli oggetti fuori fuoco l’AF-S se non è quasi sempre il peggiore, poco ci manca! La valutazione delle immagini -comprese quelle dei test precedenti- la lascio a voi. Del resto Erwin Puts (trovate il link alla vostra destra) sostiene, non senza delle buone ragioni, che le immagini dei test messe in rete siano fuorvianti. sarebbe secondo lui un modo di procedere poco rigoroso, è meglio -sempre secondo il nostro ‘guru’- pubblicare tabelle e diagrammi vari. Dal punto di vista scientifico non voglio discutere la sua posizione, certo dal punto di vista del ‘fruitore’ comune -intendo sia dei test sia degli obiettivi- non è priva di una certa stravaganza che finisce per allontanarlo dal ‘comune sentire’, e persino dal più semplice buon senso. Siamo in un ambito esoterico, nel quale ho un certo timore ad entrare. Vi immaginate se parlando di un cibo, un  piatto preparato da qualche ristorante di lusso, il giudizio di un critico gastronomico fosse rappresentato da schemi e tabelle -in tutto simili a quelle che ci consegnano quando facciamo l’analisi del sangue- che diano conto dei valori di acidità (il PH), della percentuale di sodio, di ferro, e chissà quale altra diavoleria chimica? Certo sarebbe interessante per un nutrizionista (anche per i NAS, per la ASL?), dubito che direbbe qualcosa ad un potenziale cliente del ristorante. Quest’ultimo farebbe delle semplici domande: ma insomma è il piatto buono? Il mangiarlo mi darà piacere? Vale la spesa? (il fatto che non faccia male, lo si da per scontato) Non si va in un costoso ristorante tre stelle semplicemente per nutrirsi, così come non si fanno fotografie solo per contare le linee per millimetro (o i pixel). La fotografia è per molti noi -non necessariamente dilettanti- una tecnica che consente di produrre degli ‘oggetti’ da valutare principalmente dal punto di vista estetico/espressivo, un giudizio non traducibile in numeri e tabelle, dunque. Siete d’accordo? Ora vi dico la mia, comunque. Non prima di rinnovare la mia stima per Puts, soprattutto per i suoi interessantissimi discorsi estetico/filosofici.

Ho deciso di separare per momento il giudizio tra i quattro obiettivi in due scontri bilaterali: Nikkor AF-D versus AF-S, Nikkor-S versus Nikkor-H. Perché? è presto detto. Se qualcuno di voi non può o non vuole fare a meno dell’autofocus, e dei vari automatismi non supportati dalle DSLR nel caso di uso di obiettivi MF, non credo che sarà molto interessato a sapere che il Nikkor MF tal dei tali è migliore degli AF. Viceversa chi abbia in uggia i barilotti plasticosi degli AF, e se infischi del AF visto che comunque metterebbe a fuoco manualmente anche quelli, potrà giovarsi delle conclusioni finali.

Cominciamo dai due obiettivi moderni andando con ordine. L’autofocus dell’AF-S dovrebbe in teoria essere più efficiente di quello con trasmissione meccanica assicurata dalla presa di forza che caratterizza il più arcaico AF-D. Non ho fatto prove strumentali (come avrebbe fatto Erwin) ma a mio parere l’AF-S non mi sembra più veloce in modo significativo. Insomma, sarò scemo ma a me sembrano ugualmente veloci. In verità, una differenza notevole c’è, di tipo ‘acustico’ però. L’AF-S è silenziosissimo, al contrario l’AF-D fa un po’ di rumore, niente di drammatico, però lo fa. Il problema è che l’AF-S non è IF, anche se fa di tutto per sembrarlo (la ghiera frontale non si muove, il movimento classico avanti e indietro è dissimulato all’interno dell’obiettivo). Il punto è che la presenza -del tutto pleonastica- del motore interno comporta un aumento di dimensioni assai fastidioso. Inoltre l’AF-S monta degli enormi filtri 58mm, fuori standard per i vecchi Nikonisti, ma soprattutto più grandi e costosi. Per essere un 50/1.8 l’AF-S è, a mio parere, di dimensioni ingiustificate. Oltre al rumore inferiore, ad onor del vero un altro vantaggio l’AF-S lo offre. in Modalità AF  la ghiera non si muove per nulla, in più in modalità M/A è possibile correggere l’autofocus (solo su S, però). All’opposto, la messa fuoco manuale dell’AF-S è irritante, anche per l’assurda mancanza di ‘fermo’ ad infinito.  Sempre a mio parere, l’estetica dell’AF-S è veramente avvilente, anche nella versione un po’ ruffiana fornita in KIT con la Df  (5 grammi in più per il piccolo ring metallico). Persino un mostriciattolo come l’AF-D, che certo bello non si può dire, sembra più decente. Sarà un gusto mio soggettivo, non necessariamente condiviso (anche se mi piacerebbe che lo fosse). Certo non è un mio parere soggettivo invece il constatare come l’AF-S sia enorme.

Veniamo alla resa ottica. A mio parere, complessivamente la resa dell’AF-D è migliore, lo dico subito. Andiamo nel dettaglio. La correzione della distorsione lineare è migliore nell’AF-D (tanto che per usi normali, lo si può considerare un’obiettivo ‘ortoscopico’), presentando l’AF-S un barilotto lieve ma avvertibile (si potrà pure correggerlo via software, ma che tristezza!). La resa cromatica dell’AF-S è squillante e un po’ volgarotta, con una sgradevole dominante magenta. Il contrasto generale e il microcontrasto dell’AF-S sono molto alti, forse troppo. Più normale l’AF-D. L’AF-S, almeno nelle immagini in Jpeg, sembra portare ad una saturazione eccessiva, il che determina una semplificazione tonale a discapito della resa delle sfumature. Quanto di meno utile per il digitale: incredibile, vero? Le varie aberrazioni sembrano meglio corrette nell’AF-D, si vedano i Crop-4 e Crop-6 per quelle extra assiali (astigmatismo e coma), e il Crop-1 per quelle assiali. Il BOKEH, per chi ci tiene, è più piacevole nell’AF-D, anche se qui andiamo veramente sul soggettivo. Dove vince l’AF-S? ecco: la vignettatura sembra un pelino minore nell’AF-S, con un miglior mantenimento del contrasto fino agli angoli. L’AF-S ha inoltre un miglior valore T, dunque migliore trasmissione di luce. Tutto qui? Sì, tutto qui!

Avrete già capito che il mio consiglio è: comprate l’AF-D! E’ più piccolo, costa meno, è preferibile otticamente, per di più lo potete pure montare su una vecchia Nikon F prisma (robetta della Nippon Kogaku), e persino dotarlo di una bella forcella (se trovate un laboratorio disposto, sennò non è difficile farlo da soli) e montarlo su una Nikkormat, o su qualsiasi corpo Nikon vi venga in mente, meno…le varie Nikon APS-C (DX) di fascia bassa: lì dovrete rinunciare ad una messa fuoco autofocus avendo al contempo notevoli difficoltà a mettere fuoco manualmente. Avete una di quelle fotocamere? Prendete senz’altro l’AF-S!

Dopo continuo….